LA SCATOLA A FORMA DI MELA
Essere bambini prodigio si sa, ha i suoi lati negativi e non solo, si deve smettere di giocare e di essere spensierati come è giusto essere a quell’età e dedicare anima e corpo al lavoro. Non c’è un orario giusto per andare a letto e i capricci sono fuori questione. Si deve insomma imparare a destreggiarsi in un mondo di grandi dove non solo le responsabilità sono all’ordine del giorno, ma anche le attrezzature sono fatte e pensate solo per gli adulti. Così forse non parrà troppo strano svelare che il piccolo Michael per adattarsi davanti all’altezza di un microfono standard, abbia dovuto usufruire di un supporto che lo aiutasse a raggiungere lo stesso. Anche in questo caso la creatività non mancò in casa Jackson, tanto che gli fu data una scatola a forma di mela sulla quale salire e che gli consentì di arrivare davanti a quello strumento e dare il meglio di sé. È un’immagine tenera quella che ci regala Michael nella sua autobiografia “Moonwalk” del 1988 (Sperling&Kupfer) e che ci fa capire come un’esistenza dedicata alla musica abbia avuto anche i suoi lati più difficili.
