UN TRUFFATORE ALLA CORTE DEL RE
Per supportare l’uscita dell’album Invincible, Jackson accettò di partecipare a un documentario del giornalista britannico Martin Bashir. Il giornalista portava un nome conosciuto nell’ambiente, poiché aveva già avuto a che fare con la Principessa Diana, e proprio questo indusse la Pop Star a credere nella buona fede dell’uomo. Ma ormai Jackson era stato così tante volte un facile bersaglio dei media, che accettò di fare il documentario con Bashir con la clausola di registrare le scene con una telecamera personale, assicurandosi di dare l’approvazione finale di quel lavoro prima della messa in onda. Durante l’intervista il giornalista fu indulgente e comprensivo, mascherando così bene il suo fine da lasciare un Jackson stupefatto e adirato alla messa in onda del documentario che ovviamente non rappresentava la realtà di ciò che era avvenuto nei colloqui. Il video presentò il Re del Pop come una persona ambigua, poco sincera, con troppi scheletri nell’armadio. Il pezzo suscitò come prevedibile anche lo sdegno dei fans e aumentò le dicerie sul conto del cantante, in questa sede si è deciso di omettere il titolo del documentario per non conferirgli maggiore importanza. Il pezzo fortunatamente fu smentito attraverso un secondo filmato tratto appunto dalle registrazioni effettuate dalla telecamera personale di Jackson, spiegando quali erano stati i tagli e le manipolazioni che avevano reso quel filmato inappropriato e dando finalmente alla verità la giusta oggettività. Il titolo del documentario in risposta alle calunnie di Bashir non poteva che essere ‘Michael Jackson - Take Two, the footage you were never meant to see’ (Michael Jackson – parte seconda, le immagini che non avreste mai dovuto vedere) nel vero senso della parola se Michael non fosse stato tanto scrupoloso. People Magazine definì il suo video di risposta il 23 febbraio del 2003, a sole tre settimane dal primo documentario, "Lo Special della rivincita!". Il Re ha fatto scacco matto!
